RIVOLGI LO SGUARDO SU DI TE

Motivation

5 min

RIVOLGI LO SGUARDO SU DI TE

In questi giorni mi trovo con Diego a La Palma, una bellissima e selvaggia isola sperduta dell’arcipelago delle Canarie.
Qui le strade piene di curve ci permettono di raggiungere cascate, luoghi incontaminati e punti panoramici mozzafiato. Siamo noi, la natura, nulla di più.
Questo è ciò che mi basta.

In alcuni punti il cellulare non prende e allontanarmi dal caos, dalla mia routine quotidiana, dagli impegni, mi permette davvero di ricaricare le energie. Ma non solo.
Quando mi prendo questi momenti per staccare, rallento e riesco a vedere le cose da una prospettiva differente, con più calma e distacco.
È come se, anziché avere lo sguardo rivolto soltanto al futuro, trovassi la quiete necessaria per darmi il permesso di guardarmi anche alle mie spalle.

Mi fermo e rifletto sul mio percorso personale, sui sogni, sui progetti che sono riuscita a realizzare e su quello che è SGProgram oggi.

Quanti passi in avanti sono stati fatti.
Siamo davvero in continua evoluzione e così come lo sono io, lo è anche il mio programma.

Quando penso che tutto questo è nato dalla mia storia personale ed è frutto di quella che era una difficoltà, mi viene la pelle d’oca.
Siamo davvero noi a fare la differenza, e anche io ho avuto bisogno di tempo, ma soprattutto di sbagli, per rendermene davvero conto.

Tutte le esperienze più o meno positive che ho vissuto, anche gli errori, mi hanno dato pur sempre la possibilità di imparare qualcosa, sia di me che del mondo del fitness.

Anni fa avevo intrapreso prima una carriera da atleta nel CrossFit, e poi nel bodybuilding. Seguivo alla lettera le diete rigide che mi venivano assegnate dai miei preparatori, praticavo allenamenti estenuanti, ma tutto questo non faceva altro che tradursi in un malessere, sia fisico che mentale.
Mi ero ritrovata intrappolata in un corpo che non sentivo mio, in uno stile di vita che non mi apparteneva. Per me quell’alimentazione così restrittiva era insostenibile, non faceva altro che generarmi insoddisfazione e attacchi di fame.

Oggi non guardo con disprezzo o negatività quel mio passato, anche perché è sempre stata una mia scelta. Non le reputo nemmeno delle discipline sconsigliabili, sbagliate o inefficaci, perché penso che tutto sia contestualizzabile al periodo che una persona vive, ai suoi obiettivi, alle sue priorità e all’approccio che ha in quel momento.
Semplicemente non è più ciò che fa per me.

C’era ben altro oltre alla dieta e all’allenamento… avevo tante cose da risolvere dentro di me e, se non avessi iniziato a prendermene cura, nessun programma avrebbe mai potuto soddisfarmi.

Ho dovuto prima scavare nel profondo, e poi trovare il coraggio per cambiare nel concreto la mia situazione.
Ho fatto chiarezza, ho preso consapevolezza di che cosa non stava andando, senza voltare le spalle alla mia insoddisfazione.
Così ho iniziato finalmente a comprendermi.
Mi sono messa in gioco, passando attraverso delle decisioni scomode, difficili.
Per me questo ha significato anche stravolgere il mio lavoro, la mia vita.

Poi ho sperimentato sul mio corpo cosa potesse essere adatto a me, slegandomi da tutti i miei preparatori e distaccandomi dai piani nutrizionali che avevo sempre seguito fino a quel momento.
Ho imparato ad ascoltarmi, ad apportare modifiche non solo nella mia modalità di allenamento, ma anche nella mia alimentazione.

È grazie al mio percorso che ho creato una metodologia dove al centro non c’è il coach, non ci sono io, ma la persona.

Spesso a fare o a non far funzionare un programma, non è il metodo adottato di per sé, ma è il nostro modo di vivere quel percorso, il nostro atteggiamento.
Tante volte puntiamo il dito contro il piano nutrizionale o la scheda di allenamento, quando invece dovremmo prima di tutto ricordarci che è nostra la responsabilità nell’adottare correttamente questi mezzi e di renderli nostri.

Il mio è un metodo dove lo strumento principale da utilizzare è il proprio ascolto.

Siamo troppo portati a portare lo sguardo al di fuori di noi, a chiedere agli altri dei consigli su come gestire le vacanze, su che cibi mangiare e quali invece evitare.
Leggiamo giornali in cui viene riportata la dieta del momento o dei post in cui viene descritta la giornata alimentare dell’influencer di turno, e ci facciamo condizionare.
Però non ci domandiamo mai abbastanza che cosa sia meglio per noi.

Lasciamo stare gli altri e proviamo a connetterci di più con noi stessi, perché siamo noi a vivere la nostra vita.
Capiamo cosa vogliamo, cosa ci fa stare bene e cosa invece sta andando nel verso storto.
Rivolgiamo lo sguardo e la nostra attenzione su di noi, impariamo ad andare oltre.
Ascoltiamo il nostro corpo, ma anche la nostra mente, la nostra energia.
Proviamo a porci delle domande scomode, anziché pretendere soluzioni immediate provenienti dall’esterno.
Investiamo e costruiamo un percorso che sia davvero nostro, cucito su misura per noi.
Perché è un processo che richiede tempo, ma se non ci spingiamo oltre, se non ci mettiamo in gioco a 360 gradi, non riusciremo mai a raggiungere il nostro benessere.

16 Luglio 2021