NON SENTIAMOCI SBAGLIATE, MA IMPARIAMO A SENTIRCI

Motivation

6 min

NON SENTIAMOCI SBAGLIATE, MA IMPARIAMO A SENTIRCI

Vi siete mai trovate in quella situazione in cui non riuscite più a riconoscervi nel vostro corpo?

Qualche giorno fa una mia amica spagnola mi ha scritto per confidarmi una cosa. Mentre era in vacanza suo marito le ha fatto un paio di foto e lei, guardandosi in quegli scatti, non riusciva quasi a riconoscersi.

Nonostante viva anche lei qui in Gran Canaria, è raro che trovi il tempo di andare al mare.
È una donna che stimo molto e che è riuscita, senza nessun aiuto, ad aprire un suo negozio. Ama quello che fa e quotidianamente passa la maggior parte del suo tempo a lavorare. Questo, sommato a tutti gli altri impegni, la porta ad avere dei ritmi molto pesanti e poco spazio per sé.

Per quanto il lavoro possa farci sentire appagate non penso sia corretto nei confronti di noi stesse metterlo sempre al primo posto. Uno dei rischi è quello di dimenticarsi di noi stesse, a 360 gradi, e non solo del nostro corpo.

So che la mia amica non è la sola ad aver vissuto questo disagio: anche a me è successo e immagino che anche per voi sia stato così.

Veniamo sempre più bombardate da post riguardo all’accettazione di sé. Praticamente ogni giorno leggiamo dei contenuti che ci rimandano all’idea di doverci piacere per come siamo, di dover essere felici così.
Certamente sono la prima ad essere grata per essere in salute e per essere nata nella parte più fortunata del mondo. So che esistono problemi con la P maiuscola, ma nonostante ciò non condivido la filosofia dell’ “accettati ad ogni costo”.
Penso che l’idea che qualcuno debba dirci come dovremmo sentirci, possa soltanto farci sentire ancora più sbagliate.

Quando guardandoci non ci sentiamo a nostro agio – come nel caso della mia amica -, ci sono alcune cose che possono aiutarci.

 

Saper accettare quel momento, senza provare a respingerlo.
Smettiamola di sentirci in colpa perché stiamo male o proviamo emozioni negative nei confronti di noi stesse. Ognuno di noi reagisce e prova delle sensazioni totalmente differenti. Se noi percepiamo certe situazioni come un disagio, non è sbagliato, esagerato oppure ossessivo, ma è semplicemente il nostro modo di vivere certe cose.
Ci sarà qualcuno che vive tranquillamente con il proprio corpo, indipendentemente dal suo aspetto, ma questo non vuol dire che sia una persona più intelligente o meno superficiale di noi. Significa solo che noi stiamo imparando a conoscerci.
È quando comprendiamo che il nostro umore è influenzato anche dal nostro aspetto esteriore che possiamo capire l’importanza del ritagliarci del tempo per noi.

Riconoscere di poter fare qualcosa.
Questo ci permette di fare uno switch mentale importantissimo, perché ci sposta da uno stato passivo – in cui stiamo subendo una situazione – a uno stato attivo – in cui siamo noi le protagoniste.
Quando capiamo che è una nostra responsabilità possiamo davvero fare la differenza. Perché anche se ora non stiamo bene, sta comunque a noi fare qualcosa per affrontare la situazione.

Accettare che il passato non possa essere cambiato e focalizzarsi su quello che possiamo fare d’ora in avanti.
Spesso anche io sono caduta nell’errore di progettare il futuro in base a quello che sono sempre stata. Dobbiamo invece imparare dal passato, guardarlo in maniera costruttiva e darci la possibilità di intraprendere un percorso nuovo, fatto di abitudini differenti da quelle che ci avevano portato a perderci.
Liberiamoci dalle etichette nelle quali ci siamo sempre definite, dal vederci sempre come delle persone pigre, che non hanno tempo per allenarsi o la forza di seguire un’alimentazione diversa.
Se lavorare troppo ti ha portato a non riconoscerti più, puoi fare del tuo meglio per ritagliarti, d’ora in avanti, dei momenti per il tuo benessere.

Smettere di idealizzare il cambiamento, ma scendere sul campo.
Farti delle promesse può generare delle endorfine e darti il brivido del cambiamento. Ma con il solo progettare non si cambia nulla. Abbiamo bisogno di concretezza.
Trasforma il “vorrei sentirmi meglio” in “inizio ad allenarmi 3 volte a settimana”. Quanto più riuscirai ad essere precisa nel tuo piano d’azione, tanto più potrai essere concreta.
Sii disciplinata ma con una certa dose di flessibilità, perché è un ingrediente necessario per la tua costanza.

Non cercare di cambiare tutto subito.
Noi dobbiamo allenare i nostri strumenti per essere costanti, non soltanto dirci che da domani sarà diverso.
Allena la tua consapevolezza, la disciplina, la concentrazione.
Punta a migliorare come persona. Osservati e prenditi del tempo per capire quali sono i punti critici nelle tue giornate e su cosa puoi intervenire per migliorare la tua situazione, a piccoli passi. Scegli di portare avanti pochi cambiamenti, insistendo su quelli.

Porre l’attenzione nel costruire delle nuove abitudini.
Tutto parte da un bisogno, ma non possiamo andare avanti avendo in mente solo un lontano obiettivo da raggiungere, altrimenti noteremo soltanto il gap tra la situazione di oggi e quella a cui ambiamo.
Domandati come puoi arrivare da A a B, quali azioni devi fare. Punta a costruire il processo e quella serie di abitudini per arrivare al risultato.

Allenarsi a non costruire alibi.
Troveremo sempre un modo per giustificarci: se ci fermiamo alle scuse non cambieremo mai. Dobbiamo andare oltre: “nonostante” sarà la nostra parola chiave.
Perché nonostante la stanchezza, possiamo trovare il modo di prenderci cura di noi.
Lavoriamo e abbiamo tutte dei doveri, è vero. Ma nonostante le 8 o 9 ore di impegni possiamo ritagliarci lo spazio per l’allenamento.
Nonostante tutto, tu puoi.

Non perdere mai la percezione del proprio corpo.
Alla mia amica ho chiesto “Prima di quella foto ti eri mai fermata a guardarti?”.
Dobbiamo imparare ad osservarci, ad entrare in contatto con i nostri pregi e difetti, e a conoscerli.
Stiamo con noi stesse, accompagniamoci nel nostro viaggio. Iniziamo anche solo attraverso dei piccoli gesti, come lo spalmare una crema sulle gambe per prendere confidenza con il nostro corpo.

Non sentiamoci sbagliate, ma impariamo a sentirci.
Prima di parlare con qualcuno impariamo a farlo prima di tutto con noi stesse, perché solo noi possiamo sapere cosa può esserci di aiuto.
Capita di vivere dei momenti di transizione, fatti anche di disagio e malessere, ma sta a noi sfruttarli per passare da uno stato passivo ad uno attivo.
Diventiamo nostre alleate.
Domandiamoci che cosa ci ha portato fino a quel punto e cosa possiamo fare concretamente da adesso in avanti. Comprendiamo quali abitudini costruire e quali lasciare andare.
Faremo degli errori, ma questi fanno parte di qualsiasi percorso. Sarà un continuo cammino, un continuo prendersi cura di sé.

Ad Maiora,
Selly

15 Ottobre 2021